Sono figlia e nipote di uomini gentili. Uno dei miei nonni, non l’ho mai conosciuto, era un medico, e ancora oggi quando pronuncio il suo nome, la gente se lo ricorda, di quel dottore tanto bravo. L’altro mio nonno, da me tanto amato, è stato nella mia vita fino a qualche anno fa: era un uomo che della semplicità ne faceva una partica quotidiana, della bellezza e del saper fare. Un signore gentile, sempre con il sorriso. Mio nonno, che sapeva suonare la fisarmonica e aveva imparato da solo, anche a scrivere la musica. Il mio babbo, come si dice qui in Toscana, è un medico. Ora è nonno anche lui, della mia nipotina, ed ha un carattere burbero ma rispettoso. Sa ascoltare, e non credo che si sia mai perso un dettaglio in tutta la sua vita. Mi ha sempre, sempre lasciata libera, nonostante le paure che immagino possa aver avuto. Anche quando l’ho chiamato da Parigi, che ero andata lì in un’avventura da ventenne. Anche quando non gli ho raccontato ma lui ha capito. Anche se non me lo dimostra, è dalla mia parte. Ma, soprattutto: è una persona gentile.
In virtù e in luce di questa radice, io non sopporto e non tollero uomini che non siano gentili. Non sopporto e non tollero chi mi sovrasta, chi mi zittisce, chi non mi dà spazio per parlare. Chi silenzia, blocca, non sta nel dialogo. Mi dispiace: è così. Non l’ho mai detto a voce alta. Ho sempre mediato, limato, sono sempre stata una persona diplomatica. Ma d’ora in poi, non lo sarò più.
Non con chi non è gentile. Non con chi non ascolta, sbraita, urla.
Non con chi non ti lascia parlare, ti interrompe, sa ascoltare solo se stess0.
Non con chi mi tratta male, o tratta male una mia amica, con la scusa del “è fatto così”, “è arrabbiato, poi cambia e se ne pente”.
Anche io mi arrabbio, eppure non mi sono mai permessa di dire, a nessuno, qualcosa di imperdonabile.
Sono mite di carattere, lo so. Ma non intendo, mai più, rapportarmi con diplomazia a chi non è gentile.
Che la gentilezza sia una rivoluzione, in un momento come questo, nel quale chiunque si sente in dovere di segnalare, spiare, riportare sui social denunce irrisorie. In un momento storico come questo, dove l’oscurità sembra prevalere, io voglio la luce.
La gentilezza sta nella luce. Ho tutto il diritto di arrabbiarmi, se qualcuno non è gentile con me – non sarò più diplomatica, perché concedere spazio all’aggressività ed al non rispetto altrui significa stringere i nostri confini personali, implodere, soffocare.
Mi voglio ricordare che discendo da uomini gentili.
Il mio 2020 aveva una parola che mi faceva paura: Coraggio. Sapevo che era lei. Ho provato a sfuggirle, a tentarne altre, ma era proprio lei, coraggio, che mi sussurrava all’orecchio. Non potevo sapere quanto mi sarebbe stata di ispirazione, di appiglio, quanto sarebbe stata utile, necessaria quando non avrei saputo che strada prendere, quando volevo mollare, quando tutto è cambiato e cambiato e cambiato ancora.
Il 2020 non è stato un anno facile, per nessuno di noi. Eppure, sono nate nuove bambine e bambini, le persone si sono innamorate, non abbiamo smesso di sognare. Ci siamo tenuti vicini anche quando eravamo lontani – come siamo anche adesso. Ad Agosto ho camminato di notte per arrivare sul crinale di un monte, all’alba – insieme ad amici e a persone conosciute solo qualche giorno prima. Ad un certo punto volevo mollare, non ce la facevo puù, ero impaurita, stremata, stanca, eppure ho sentito quella voce – coraggio – che mi ha spinta a proseguire. Allora e solo allora, quando sono arrivata sul crinale, immersa nella luce oro dell’alba, con le eriche violette intorno e le tazze di caffè caldo dai thermos e i sorrisi, allora ho capito che Coraggio significa anche lasciar andare davvero, lasciar andare parti di noi che continuano ad essere le stesse quando invece bisogna cambiare, che si ostinano a fare fatica lì dove non c’è più bisogno, necessità, speranza.
Ho avuto coraggio di lasciare. Coraggio di studiare, e di prendere una qualifica che mi sta portando nuovi mondi lavorativi dove vado con il mio passo. Coraggio di ricucire. Di ritrovare. Di fare spazio nel mio cuore. Questo 2020 mi ha portato, nei suoi ultimi giorni, la Parola dell’anno 2021, proprio come fa il mare con le conchiglie sulla riva.
Era lì, la mia parola lucente, dolce e gentile. E’ QUIET, quiete. So che è lei. La riconosco e mi riconosco, nella direzione che voglio dare al mio lavoro online, nel mio scoprirmi Persona Altamente Sensibile (che vuol dire essere sensibili a certi stimoli ambientali, non c’entra nulla con la sensibilità di cuore). Questa parola mi promette tempo per me stessa, tempo per le persone care, per i miei progetti. Mi racconta di un tempo lento dove ho imparato a stare, grazie al 2020 ed ai suoi doni. Questa parola azzurra, QUIET, mi sta già facendo luce.
Credo che la Parola dell’Anno sia davvero uno strumento molto utile, necessario direi, per chi vorrebbe avere una bacchetta magica. O il famoso suggeritore di Amelie.
WILD WORD è disponibile: è un’esperienza attraverso cui ti guido, per scoprire la tua Parola dell’Anno 2021: qui trovi tutti i dettagli – posti super limitati!
La Belladonna inizia ad affascinarti sin dal suo nome: Atropa, come una delle Parche, le tre divinità che filano e tagliano il filo della vita – in particolare, rimanda ad Atropos, colei che taglia il filo; belladonna, perchè una delle sue azioni è quella di allargare la pupilla, facendo sembrare gli occhi più grandi, languidi, innamorati.
DOVE CRESCE
Atropa belladonna, famiglia delle Solanacee (si, è cugina del pomodoro e della melanzana), colei di cui mi sono innamorata per prima nel mio sentiero di studio e ricerca sulla piante velenose. La mia prima performance alla radio era tutta dedicata a lei: ombrosa, viola e rosa antico, dei frutti neri e lucidi. Cresce in luoghi ombrosi, sulle pendici montuose ma anche lungo i fiumi, in campagna, lungo le strade.
PRINCIPI ATTIVI E TOSSICITA’
La Belladonna è velenosa in ogni sua parte, in particolar modo i frutti. Ogni sua parte è, comunque, altamente tosica perchè contiene iosciamina, atropina e, nelle radici, scopolamina. La atropina, estratta dalla Belladonna, viene usata tutt’oggi in oculistica: serve a dilatare la pupilla – hai presente quando vai dall’oculista e ti mettono le goccioline per guardarti bene gli occhi? Ecco quella è una delle azioni della Belladonna. Viene usata in omeopatia, mentre in tutti gli altri casi è assolutamente vietata la sua ingestione, pena la morte.
COME LA RICONOSCO?
La Belladonna è una pianta perenne, cioè se la individui è molto probabilme che l’anno dopo la troverai lì: ha fusti eretti e radice rizomatosa, ovvero una radice simile alla patata (si, anche lei una Solanacea!). Da questo rizoma si formano grandi gemme violacee. Le foglie sono verde scuro, intere e ovali.
Da tutta la pianta, specie dalle foglie, è possibile sentire un odore non proprio gradevole, specie se viene stropicciata. I fiori sono campanule dalla corolla bruno violacea, all’interno giallo scuro, con venature rosso porpora. I frutti sono bacche nere lucide, simili alle ciliegie – ma velenosissimi – e maturano tra agosto e settembre.
LA VOCE DELLA PIANTA
La Belladonna ti mette in guardia dagli inganni delle relazioni: legata all’amore, ti ricorda che l’amore quando non è sano soffoca, toglie il respiro, rende immobili. Collego la sua capacità di immobilizzare la pupilla, ovvero la sua capacità midiriatica, a quello che a volte accade in una relazione: l’incapacità di mettere a fuoco, di osservare bene – spesso perchè non ci ascoltiamo, non siamo connesse ai nostri bisogni, alle nostre necessità, ai nostri desideri.
Belladonna è dunque una pianta che parla al cuore e al respiro: ti chiede se hai abbastaanza spazio vitale, nella tua relazione, oppure se senti che alcune parti di te sono soffocate, o non libere di esprimersi. Ti spinge ad indagare in te stessa con sincerità e sguardo attento. A non perderti nell’amore, a radicare la tua forza nel cuore.
IMPORTANTE: la pianta analizzata è velenosa e nnon deve essere ingerita in nessuna forma. Il rapporto con la pianta si intende solo a livello sottile, senza assumere nessuna parte della pianta o suoi derivati.
Se ti interessano le piante velenose, se ti attira il sentiero meno battuto del bosco, ricorda che in questa pagina puoi segnarti alla lista di attesa per la nuova edizione del corso online VELENO. Ti aspetto!
È da più di un anno che non scrivo su questo blog. Un anno incredibile, con in mezzo una pandemia mondiale, le ginestre del mio giardino che non sono mai state così luminose, un anno in cui Eva, la mia cagnolona adorata, se n’è andata; un anno in cui ho imparato a lasciare liberi i miei gatti, anche la notte, e ho scoperto che la libertà paga sempre; un anno in cui ho chiuso una storia d’amore importante, importantissima, nel quale ho lasciato andare e fatto spazio e attraversato il dolore; un anno in cui ho camminato in un bosco di notte per arrivare sul crinale della montagna e vedere l’alba, nella luce dorata che ha abbracciato me e i miei compagni e compagne di avventura.
Un anno in cui ho messo in pratica, ogni giorno, la mia parola dell’anno 2020 che è CORAGGIO. Coraggio di tagliare, di lasciar germogliare un nuovo amore,coraggio di riprendere gli studi e conseguire una qualifica importante (educatrice professionale socio-pedagogica). Coraggio di iscrivermi di nuovo all’Università, al terzo anno di Scienze dell’Educazione.
È stato anche l’anno del totale rebranding del mio sito: le pagine che trovi qui sono evocative, i loro nomi nascondono luoghi magici dove trovi quello che faccio: ESSERE, SENTIRE, SOGNARE,AGIRE.
Forse finora non ero ancora pronta per tornare a scrivere: fare rebranding non è solo una questione di business, almeno non lo è stata per me Dentro a questo cambiamento c’è la mia storia, tutta la mia storia di questo anno – e anche prima, tutto quello che mi ha portata qui.
La consapevolezza di una fine, il dolore di non poter rimettere insieme qualcosa di rotto, il distacco, il vuoto. Il sentirsi in colpa perchè insieme a questo sono stata anche felice, ho lasciato aperta una porta ed un nuovo amore è entrato, luminoso. Il teatro, tornato nella mia vita e trasformato dal lockdown, le passeggiate rituali condivise, le performance e la land art realizzata quest’estate. Le amiche. Gli occhi di Bambi, la mia cagnolina rimasta con me. Ë tutto in questo rebranding, in questo cambiamento.
Non ero ancora pronta per scrivere, perchè scrivere tocca corde profonde e, soprattutto, è il modo che preferisco per comunicare con te. Mi sono riscoperta introversa, come quando ero bambina. Ho avuto bisogno di tempo, per sedimentre, per fare terreno fertile.
Ora sono qui: il mio blog riparte, e parleremo di piante officinali, di come possiamo usarle e delle loro storie magiche; di luna, fasi e emotività; di cosa significa essere una persona ad alta sensibilità, del potere dell’introversione, dell’essere quiete; di teatro, atti performativi e magici, rituali sensibili.
Insomma, eccomi qui. Se hai un argomento da proporre, da approfondire, o se vuoi solo dirmi evviva sei tornata!, puoi scrivermi – nella pagina TROVAMI scopri come.
I Tarocchi possono essere strumenti utili per interpretare i tuoi sogni. Trovo che Tarocchi e sogni si parlino molto facilmente, forse perchè usano lo stesso linguaggio: i sogni ci parlano per immagini, così come le carte di Tarocchi, che sono un alfabeto immaginativo.
Immagini, immaginazione, mondo onirico, sono gli ingredienti principali del mazzo che, in assoluto, reputo il migliore per il lavoro sul sogno – in inglese, dreamwork – sono quelli di Nicoletta Ceccoli, della quale sicuramente conoscerai le illustrazioni. Il mazzo ha quei temi rarefatti, poetici, molto simbolici adatti per evocare le sensazione legate ai sogni.
Come puoi usare il tuo mazzo di Tarocchi per aiutarti a leggere meglio i significati ed i simboli dei tuoi sogni?
dream journal
Puoi iniziare a tenere un diario dei sogni, o dream journal, e puoi scrivere sopra quello che ricordi dei tuoi sogni, al mattino, usando le Carte. Prima scrivi liberamente quello che ricordi del sogno, poi rispondi a queste domande:
che cosa vedi?
è un sogno ricorrente?
qual è il significato simbolico che attribuisci a questo sogno?
come ti senti al risveglio? qual è la sensazione principale?
Prima rispondi scrivendo liberamente, poi scegli dalle carte del tuo mazzo di Tarocchi quelle figure che ti sembra rispondano meglio alle domande. Cerca poi nel significato dell carta se ci sono attinenze con il tuo sogno, se ampliano il suo significato, se svelano altri piani di interpretazione.
analisi del sogno
Per questo esercizio ti suggerisco di usare sia le carte coperte che le carte scoperte: nel primo caso le sceglierai casualmente, estraendole a faccia in giù – nell’altro caso, sceglierai consapevolmente le immagini da ssociare alle risposte.
Le domande a cui rispondere sono:
chi?
dove sono?
chi/cosa incontro?
significato che tu attribuisci
+ in ambedue i casi una carta COPERTA, che ti svela qualcosa di nascosto, che non sai, qualcosa che non vedi
meditazione per evocare i sogni
Prima di dormire puoi meditare sulle seguenti carte, osservandole bene e magari lasciando libera la mente di immaginare, visualizzare, lasciarsi evocare significati.
Metti sul tuo altare oppure sul tuo comodino:
La Sacerdotessa, la Luna e l’Eremita per evocare sogni profetici. La Sacerdotessa è legata alla capacità di ricevere, la Luna è l’aspetto nascosto, non visibile, che si cela nel significato nascosto del sogno, l’Eremita è colui o colei che fa luce, seguendo il suo cammino interiore.
Per evocare un bel sogno, estrai l’Asso di Coppe, La Luna, La Stella. Con l’Asso di Coppe contatti le tue emozioni e ti immergi nel mondo onirico, con la Stella chiami a te protezione, buona fortna, contatto con ciò che splende. La Luna resta la carta centrale, collegata al sogno.
Questi sono alcuni dei modi che preferisco per lavorare sul sogno: ti ricordo che ogni settimana estraggo una carta per ispirare i giorni che verranno + una diretta su Instagram nella quale approfondisco il significato della carta. Ti aspetto nel mio feed: @alchimistacontemporanea
Rackam Tarot è il mazzo realizzato con i disegni di Arthur Rackam, illustratore dei primi del Novecento con uno stile inconfondibile, unico. Le sue illustrazioni tratteggiano il mondo di mezzo, popolato da fate e folletti, da bambini magici e da bambine che esplorano il mondo delle meraviglie (si, ha illustrato anche Peter Pan e Alice). Lo Scarabeo propone questo mazzo fatato, dalle atmosfere delicate e selvagge. Per conoscerlo meglio ho fatto la mia solita intervista al mazzo. Eccola qua
Qual è la tua caratteristica principale?
La carta estratta è l’Asso di Bastoni. Nella carta un grande albero domina il paesaggio lunare: sembra quasi che si stia muovendo, e le fate che sono disegnate alla destra del suo tronco lo guardano, in attesa. Tutto è possibile, dice questa carta: è la scintilla, l’azione, la magia. La caratteristica principale del mazzo è quindi la sua capacità di osare, di costruire un ponte tra realtà ed immaginazione. Il mazzo possiede questa scintilla magica, che ispira e muove all’azione.
Quali sono i tuoi punti di forza?
Il Re di Denari, un uomo gentile e generoso che è pronto a dare consigli. Questo è un mazzo che ha un’anima antica: il Re di Denari me lo immagino come un signore di una certa età, che ha raccolto molti frutti durante la sua vita e che ora sa come condividerli. E’ un mazzo che dispensa consigli con generosità: devo dire che ho riscontrato questa sua caratteristica nelle mie ultime letture – è davvero un mazzo che parla molto.Q
Quali sono i tuoi limiti?
La carta è la carta dell’Appeso (una delle mie rappresentzioni preferite di questo Arcano). Abbiamo una fatina che cammina su un filo di ragnatela; da un momento all’altro tutto può cambiare. Danza sotto alla luna, appesa ad un filo. La carta dell’Appeso è spesso relativa alla visione alternativa delle cose che ci accadono: osservare tutto da un punto di vista diverso, ottenere un nuovo sguardo sulle cose.
In questa posizione la carta può suggerirci che questo mazzo ci spinge ad accettare la visione delle cose ed i consigli che provengono dal mazzo; è un mazzo che può portare a piccole illuminazioni (come quelle che ha l’Appeso, nella iconografia classica rappresentato con un aureola di luce intorno alla testa) ma che può essere, a volte, portatore di messaggi sibillini, che provengono da un mondo a testa in giù.
Cosa puoi insegnarmi?
La carta è la Regina di Bastoni: carta che richiama l’Asso di Bastoni, il mazzo si rivela ancora come mazzo davvero speciale. La Regina di Bastoni è la Strega delle Regine: lei sa usare la sua magia, sa come ottenere i suoi obbiettivi, sa incantare e parla con i gatti. E’ una musa creativa. Il mazzo può insegnarci ad usare la nostra magia, senza paura!
Come posso collaborare al meglio con te?
La carta è il Due di Bastoni: resto nel mio mondo, nella mia comfort zone, oppure esco e mi addentro nell’avventura? Il mazzo ci chiede di abbandonare la nostra visione classica delle cose e di aprire gli occhi ad un altro mondo. Molto in linea con la carta dell’Appeso, questa carta in questa posizione ci dice che per collaborare al meglio con qusto mazzo dobbiamo accettare che c’è una visione diversa delle cose, una visione magica.
Cosa può venire fuori dalla nostra relazione?
Un Sette di Bastoni: la relazione con questo mazzo ci insegna a difendere ciò che siamo – e con ciò che siamo direi che si riferisca al nostro mondo immaginario, alla nostra fantasia. Rackam ci insegna a non dimenticare che esistono le fate, e che continueranno ad esistere finchè noi ci crederemo.
Il mazzo è composto da 78 carte, con le splendide illustrazioni di Arthur Rackam, senza bordo, misurano 65 x 111 mm. Puoi trovarlo in vendita in Italia sullo shop de Lo Scarabeo.
Molto spesso mi capita di sentirmi chiedere: fai i Tarocchi? con la curiosità di chi vorrebbe svelare qualcosa sul suo futuro. Quindi mi trovo molto spesso a spiegare che no, i Tarocchi – per come li leggo io – non servono per dirti che cosa accadrà (quello è tutto nelle tue mani); possono invece essere un fantastico strumento per scoprire le tue risorse personali, per aumentare la fiducia in te stessa e nelle tue scelte, per vedere una situazione che ti sta a cuore sotto un altro punto di vista, e magari trovarne una soluzione.
Ci sono diversi modi che puoi mettere in pratica da sola,
con il tuo mazzo. Vediamo quali!
1. UNA CARTA AL GIORNO
Questo è il metodo più usato e più diffuso per entrare in contatto con l’energia dei Tarocchi, per conoscerli meglio e anche per ricevere un consiglio e una guida quotidiana. Ogni giorno, decidi tu se al mattino o alla sera, strai una carta dal tuo mazzo. Osservala bene, e appunta sul tuo quaderno tutte le suggestioni che ti trasmette. Poi, vai a cercare il suo significato classico e vedi come può essere delinato nella tua situazione.
Se fai questo esercizio al mattino puoi usar la carta come
guida durante tutto il giorno; se lo fai alla sera, puoi rivedere la tua
giornata sotto una nuova luce e fare un bilancio.
2. MEDITAZIONE A CARTE SCOPERTE
Per potenziare le tue risorse e ampliare il tuo intuito, puoi utilizzare le carte scoperte, quindi non sceglierle casualmente, con la faccia nascosta, ma invece sceglierle proprio osservando le figure. Pensa a quale risorsa vorresti avere nella situazione che ti sta a cuore, oppure alla qualità che vorresti sviluppare in te stessa. Osserva il tuo mazzo, e scegli la carta (o le carte, per un massimo di tre) che senti più vicina. A questo punto, prendi il tuo quaderno e descrivi quello che vedi. Com’è la figura? Com’è l’ambiente in cui si trova? E gli oggetti? Cosa ti evocano?
Poi, immagina tutto quello che non c’è nella carta: come continua il disegno, fuori di confini della carta? Cosa accade? Che situazione sta vivendo il personaggio?
Infine, immagina che questa carta ti parli, dandoti un consiglio. Che cosa ti dice?
3. USA I TAROCCHI NELLA VITA QUOTIDIANA
Che cosa significa? Che, per esempio, puoi stampare una carta dei Tarocchi che per te significa molto, oppure che in questo momento ti piace, o ancora la carta che hai scelto nella meditazione a carte scoperte, e puoi portarla con te durante la giornata. Puoi metterla in un posto che risuona con la sua energia: per esempio, se per te la carta significa abbondanza, la metterai nel tuo portafogli. Se rappresenta l’amore per te stessa, puoi metterla accanto al tuo specchio. Se è legata ad un aspetto creativo, puoi disegnarla, puoi interpretarla con la musica, o ancora puoi tenerla nel tuo studio, vicina al pc, per ispirarti durante il lavoro.
Trova e sperimenta modi pratici per portare l’energia dei
Tarocchi nella tua vita.
4. INVENTA UNA STESA
Puoi inventare una tua stesa personale, per scoprire quali sono le tue risorse in una particolare situazione. Puoi scegliere tu le posizioni: unica regola è quella di non cambiarle una volta che hai scelto le carte. Oppure, puoi fare una semplice stesa nella quale estrarre una carta per la situazione attuale, una carta per esaminare da vicino l’ostacolo, e due carte per conoscere quali sono le tue risorse, consce ed inconsce, per affrontare la situazione.
Ricorda: non possiamo agire su quelli che sono i pensieri, le azioni e i desideri degli altri, ma possiamo conoscere, approfondire e cambiare, se necessario, quelli che sono le nostre risorse personali, e risplendere pienamente della nostra luce.
Hai scaricato la mia guida gratuita sui Tarocchi? La trovi nella sezione IN REGALO del sito! E se ti manca un mazzo di Tarocchi, ricorda che Lo Scarabeo ne ha tantissimi!
Gli Starman Tarot hanno una storia molto particolare: sono stati creati da Davide De Angelis, artista visivo che ha collaborato con David Bowie in diverse occasioni. Lui stesso dice che questo mazzo è un’alchimia visiva: come poteva non piacermi?
Per uno strano scherzo del destino, l’energia delle carte mi ha accompagnato per quarant’anni, a cominciare dal mio primissimo incontro con David Bowie a Londra quando di anni ne avevo solo dieci. Un’energia che ha permesso la realizzazione grafica delle copertine di album e il varo di diversi progetti artistici, da un capo all’altro del mondo, portandomi ad avere casa a Bali per poi riportarmi nel Regno Unito.
De Angelis ha collaborato con Bowie in diversi progetti, e questi Tarocchi sono il frutto di questa speciale collaborazione. Sono colorati, vibranti, magici. Parlano a più livelli, sono dinamici, mutano, sussurrano, si illuminano.
Gli intensi effetti di questa mia collaborazione con David Bowie si riflettono ancora oggi nella mia vita e nel mondo intero. Tutte le creazioni artistiche che ho realizzato in quel periodo sono ancora con me e rappresentano una sorta di radiazione visiva di fondo. Realizzare lo Starman Tarot mi ha permesso di esplorare numerosi universi ricchi di possibilità stupefacenti.
Qualche nota tecnica: le carte sono plastificate e lucide, comode da tenere in mano e da mescolare. Non hanno i bordi, e questa è una cosa che amo tantissimo! L’immagine prende tutta la carta e non è delimitata dal bordo. Sono leggermente più grandi di un mazzo classico, altro punto a favore. La dimensione è 75 x 140 mm.
Quale modo migliore per conoscere i Tarocchi se non seguire la proposta che lo stesso De Angelis riporta nel libro che accompagna il mazzo? La stesa è dedicata alla creatività e ha la forma del fulmine di David Bowie.
CATALIZZARE IL TUO POTENZIALE CREATIVO
La prima carta rappresenta il Seme: la scintilla che mette in moto il progetto.
La carta che ho estratto è il Cinque di Spade: una carta difficile! Come possiamo leggerla in questa posizione?
Il Cinque di Spade è la carta di chi vuole vincere ad ogni costo: la scintilla creativa che mette in moto il progetto potrebbe essere una sensazione di sconfitta, un desiderio di rivalsa. Questo progetto creativo parte dal desiderio di farcela, di vincere a qualsiasi prezzo perchè ora come ora è la cosa più importante. L’avviso della carta è: chiediti sempre a che prezzo!
La seconda carta è la visione: la possibilità contenuta nel progetto creativo che può essere messa a servizio del mondo. La carta è la Torre.
Apparentemente anche questa è una carta difficile, eppure in questa posizione la trovo molto rivelatoria: la Torre è la carta della ribellione, del non poter più stare dentro ai confini prestabiliti. Qualcosa accade, qualcosa che ti porta fuori dalla tua comfort zone e che ti permette di creare qualcosa di completamente nuovo. La rivelazione è qualcosa che ti cambierà per sempre, e questa è la visione del tuo progetto creativo. In questa posizione, la carta mi dice che la visione del progetto è davvero qualcosa di mai visto prima, qualcosa di rivoluzionario e di energetico!
La Torre mi fa pensare alla famose frase di Marina Abramovic: the process is more important than the result.
Lascia che ciò che deve sgretolarsi si sgretoli e costruisci una nuova visione creativa, vai oltre i limiti, oltre ciò che conosci. Esplora e sii ribelle.
La terza carta è l’espressione: il mezzo creativo attraverso il quale attuiamo il progetto. In questa stesa è Il Sole.
Fantastico! Portare alla luce, fare chiarezza. Illuminare. (Non a caso, sto lavorando per un progetto bello e delicato che si chiama le cose illuminate). Il mezzo per attuare il progetto è portare alla luce. Mi fa pensare al teatro, con i suoi riflettori, ma non solo. Stare a contatto con la natura, ritrovare un luogo artistico dove sentirti davvero a casa. Irradiare vibrazioni super positive. Scegliere di stare bene: feeling good is a priority.
La quarta carta è il cuore: l’aspetto emotivo della tua creazione. In questa stesa è la Temperanza.
La Temperanza è la mia carta per il 2019: ed è la carta dell’Alchimista! Il cuore di questo progetto mette in comunicazione mondi diversi, e con i giusti ingredienti compie una piccola magia. Come un Alchimista, trova l’oro dove c’è il piombo, lo trasmuta in luce.
Capacità di mediare e di mettere in comunicazione, capacità di creare ponti. L’aspetto emotivo è nell’attenzione a chi è diverso da me ma che voglio accogliere, con cui voglio creare mondi, costruire ponti.
Si, questa carta sicuramente possiede una buona parte del mio cuore.
La quinta carta è la forza: le risorse per dare vita al progetto. La carta è il Sei di Bastoni. E’ la capacità di vincere, di essere un leader senza dimenticare di essere umili. Leggendola insieme alla prima carta, viene da dire che se la scintilla creativa parte da un desiderio di rivalsa, sicuramente c’è la forza di vincere, di primeggiare, senza dimenticare di dare l’esempio e di essere ispirazione per l’altro. Come tutti i Sei, anche il Sei di Bastoni è rivolto alla relazione: il mio successo diventa anche il tuo, perchè attraverso la mia azione posso tracciare una strada da percorrere.
La sesta carta è la passione: cosa mi muove all’interno di questo progetto creativo. La carta è la Regina di Pentacoli.
Prendersi cura della Terra, dell’ambiente, degli animali. La relazione con le piante, con il nutrimento. La cucina e la magia pratica. Oh si! E’ proprio la mia passione – se leggiamo questa stesa come se fosse per me. Potrebbe essere l’indicazione di tematiche da sviluppare, magari in un libro. Scrivere del mio rapporto speciale con le piante, con il territorio che abito.
L’ultima carta è la manifestazione: gli aspetti unici del progetto che lo portano nel mondo. La carta è il Due di Bastoni.
E’ un progetto che ha a che fare con il potere personale: il Due di Bastoni ti chiede di andare seguendo il tuo passo, di scegliere tra il tuo mondo interno e quello esterno. Esploralo seguendo il tuo passo. Stai nel tuo potere, scoprilo, portalo fuori. Scegli di essere visibile, prendi in mano la tua passione. Osa, acquista un nuovo punto di vista.
Questa stesa puoi utilizzarla anche tu, con qualsiasi mazzo. Se invece ti sei innamorata di questo fantastico Starman Tarot, puoi acquistarlo sul sito de Lo Scarabeo!
Se invece vuoi conoscere più da vicino le carte dei Tarocchi, ti ricordo che il mio corso Semi Sacri è ancora online. Lo trovi qui!
Ospito nel mio blog il post di un’amica, Silvia Pedri, che ha scritto per me: parla di questo periodo, con la grazia e l’intelligenza di cui è ricca. Buona lettura!
Creare il Miracolo della Luce e della Felicità. Eccolo!
di Silvia Pedri
In questi tempi “bui”, solstiziali, mi capita di pensare spesso alla carta astrale di una mia amica. Adoro sbirciare nelle carte astrali altrui, soprattutto in quelle degli amici, persone creative, ribelli, brillanti. Sono carte pessime. Nei loro abissi, trovo le loro risorse di luce. Risorse che, a guardarle da fuori, sembrano infinite. E, di fatto, lo sono.
In questi giorni del Solstizio d’Inverno, che tengono ancora
in prigione il Sole prima della sua Rinascita, mi chiedo qual è il loro, qual è il nostro segreto.
Nella carta astrale di nascita c’è tutto. E tutto quello che
c’è, puoi star sicuro, si realizza. E poi c’è altro, l’oltre. Il Destino che ci
viene a bussare quando noi siamo pronti, quando siamo maturi. E quello non lo
vedi, non lo puoi a volte neppure immaginare. È oltre il determinismo della tua
impronta energetica, è il miracolo della tua costituzione fisica superata. Quello
non ti è dato. L’hai fatto tu.
Nella carta astrale di nascita ci sono tutti i talenti che
puoi sviluppare, i desideri che vorresti realizzare, e le ferite che ti
impediscono di muoverti. Non ti puoi muovere tanto fanno male. Queste ferite
sono zone buie che ti risucchiano e ti prosciugano. Zone in cui devi imparare a
resistere alle correnti, in cui ti sembra difficile anche solo sopravvivere,
zone di grande profondità interiore ed esperienziale. Paludi insidiose. Paludi
che, a volte, in modo parziale o totale, possono anche essere bonificate.
Certo, ci vuole un miracolo. Solo un miracolo potrebbe.
Può.
Si può.
Ne ho le prove.
Il successo di Marzia Lupi (Permettimi questo nome. Io
racconto solo storie vere ma ci tengo, nel rispetto dei protagonisti, che non
siano riconoscibili.) era prevedibile. In effetti aveva sperimentato fin da
giovane che era possibile. Scriveva poesie. Vinceva concorsi di poesie. Zac.
Per dire. E’ solo un esempio. Ma era così. Il valore c’era. E nel suo caso da subito
era apprezzato. Si potrebbe dire “era fatta così”. Ha il Sole al Medio Cielo, a
Sud, nel posto più luminoso, e ha il pianeta del segno dove sta il Sole nel suo
domicilio e angolare quindi fortissimo. È una persona portata a risplendere di
luce propria.
Fa piacere, per carità. Sarà stata contenta. Fa anche un po’ invidia, agli altri
comuni mortali. Ma lei non era felice. La felicità non c’entra niente con i
concorsi vinti o i libri pubblicati. È tutt’altra cosa.
Si dice che per fare soldi bisogna averne un po’. Questo vale anche per la
felicità. Bisogna partire da qualcosa. Lei partiva da ben poca roba.
In lei, nella sua energia e nella sua vita, tanta Luce si affiancava ad
altrettanto Buio.
E le chiavi per integrare questi disagi non erano disponibili.
In questi giorni pensavo Eh beh certo avrà avuto un buon
Saturno! Ehh beh ha un buon Marte si vede! E poi col sostegno di Giove è
facile.
Sostegno un accidente. Saturno è in esilio. Giove retrogrado in fase
distruttiva. E Marte vabbé sì, ce l’abbiamo. Ma non basta.
Questa persona la perseveranza e la capacità di
concretizzare l’ha creata, da zero (Saturno in esilio), grazie all’uso
appassionato e attento della sua intelligenza, l’espansione della sua gioia
(Giove) l’ha creata, ribaltando gli schemi (Se il pianeta è retrogrado il suo
moto e il tuo movimento non possono certo andare “diritti”. Ma possono trovare
il loro verso giusto…) e nutrendosi con abbondanza e generosità (Giove. Chi non
ce l’ha se lo dia!) dell’energia spirituale più giusta per lei.
La sua anima,
insomma, in ginocchio dentro una personalità con oggettive (o soggettive, che è
uguale) difficoltà, non si è arresa.
Ha fiutato ciò che era Buono.
Ha perseverato.
Marzia, che adesso nella sua disciplina è leader a livello
mondiale, ha proceduto per anni tra le lacrime.
Nessuno la sosteneva. Tutti sembravano urtati, sconcertati o addirittura offesi
dalle sue scelte.
Le persone a lei più care, poi, quelle a cui lei teneva di più, non solo
disprezzavano la strada che stava percorrendo perché non era nelle loro corde
ma anche soffrivano del suo successo perché volevano averne di più loro. Sono
situazioni molto frequenti, molto umane, molto comprensibili e perdonabili. Ma
fanno molto male. Soprattutto quando durano diversi anni.
Marzia aveva successo. Lo sappiamo, era nata per il
successo. Non lo cercava nemmeno. Faceva solo quello in cui credeva, nel modo
in cui era capace, impegnandosi con amore e serietà. E, dal momento che amore
serietà e capacità ne aveva da vendere, veniva molto bene. L’unica cosa che la
confortava era l’affetto delle persone a cui si dedicava.
Il successo, badate bene, è una cosa seria, una cosa vera e
reale. Un albero con radici. Qualsiasi albero, anche quelli nati per ricevere
più luce, cresce lentamente. Deve essere coltivato con pazienza. Deve essere
amato in modo disinteressato. Come un figlio. Perché, in ogni momento, non sai
mai che cosa diventerà. Se mai diventerà qualcosa.
In ogni caso, il successo è niente, non vale niente, se non
sei felice. E la felicità dipende da ben altro.
Tutto questo altro era negato dalla sua carta astrale. Era, evidentemente,
debole, ferito, poco probabile o francamente impossibile.
Così è.
Tutto si è verificato puntualmente.
Così fu.
Chi vede adesso Marzia non la riconosce nella sua carta
astrale. Ma lei, in passato (io che ho avuto il privilegio di conoscerla lo so)
ha vissuto tutti i dolori che la carta mostra. Adesso ha lo sguardo terso e
gioioso di una bimba felice e di una ragazza innamorata e ha la famiglia di una
donna pienamente appagata. Ma ogni volta che guardo la sua carta astrale non
posso trattenermi dal pensare quanto è stata brava a realizzare, giorno dopo
giorno, procedendo sulle sue sole gambe, il miracolo.
Non posso trattenermi dall’osservare che il miracolo è possibile.
Avrebbe potuto non riuscire. Avrebbe in realtà dovuto non
riuscire.
Il successo che le era dato dalla sua costituzione energetica avrebbe potuto
essere tanto. Ma sarebbe dovuto essere parziale, del tutto settoriale.
E lascia che ti sveli il “segreto” che il 99% delle volte il
successo molto grande è anche molto parziale. Si alimenta proprio della sua parzialità
e dei suoi squilibri, dei suoi infiniti punti di Buio.
Il miracolo è altro e oltre rispetto al successo.
Il miracolo è fare succedere la felicità.
Miracolo è creare
felicità dove non c’è e farla crescere con umiltà, pazienza e
determinazione.
Senza troppe speranze. Ma senza mai perdere la speranza.
Il miracolo non si desidera, non si progetta, non si crea. Avviene. Avviene quando noi siamo maturi, quando abbiamo coltivato le nostre energie in modo che ogni parte di noi offra a noi e al mondo il suo particolare, unico, fiore.
Partiamo dalle piante. Parto molto spesso da loro, in effetti. Mi chiedo, ogni volta che vedo un Tarassaco (Taraxacum officinalis) spuntare tra le crepe di uno scalino, magari nel centro della città, mi chiedo: ma come cavolo ha fatto? Come ha fatto quel piccolo seme ed arrivare fino qui, a germogliare, a cacciare le prime foglie, poi la rosetta basale infine gli steli ed i fiori? Come fa a nutrirsi, a vivere, come è possibile?
Hai mai provato ad osservare da vicino una Rosa? Petali perfetti e delicati, profumatissimi. Dai colori che richiamano la conchiglia di Venere. Ma se guardi più in basso, le spine ti raccontano un altra storia. La Rosa si offre e si difende. Conosce il suo valore. Non ha paura di essere anticonformista: un fiore così delicato ha una sorpresa di spine.
La stessa ammirazione che mi suscita il Tarassaco cittadino la provo quando leggo o vedo storie ed opere di donne incredibili e ispiranti: Rosa Parks, prima di tutte. Lei che si è seduta su di un autobus, quando avrebbe dovuto, secondo le regole, lasciare il suo posto ad un bianco, nonostante la dura giornata di lavoro, nonostante i piedi distrutti, nonostante ci fossero altri posti liberi. Lei ha detto no. Ed il suo no ha cambiato le cose.
Maya Angelou, che se leggi la sua biografia sembra incredibile che sia una vita sola, e che abbia sempre combattuto per i diritti dell’umanità. Ma anche Marina Abramovic, che ha rischiato di essere uccisa da una pistola carica mentre rompeva, una ad una, le regole dell’arte e della performance, creandone altre (e se non hai mai letto il suo Manifesto, fallo subito). Artemisia Gentileschi, che ha dipinto il volto del suo stupratore nella testa di Oloferne, retta in mano da Giuditta.
La riflessione sulla ribellione, e su quello che significa questa parola, mi ha accompagnata negli ultimi giorni.
Ribelle: Più genericam., che si mostra impaziente a costrizioni o imposizioni esterne, indocile
Questa la definizione che ho trovato sulla Treccani, o almeno la parte che mi interessa di più, della parola RIBELLE. Indocile. Mi piace. Perchè dobbiamo essere docili? Perchè dobbiamo nascondere la nostra parte selvaggia e selvatica?
Ribelle. Si. Questo è l’augurio che voglio farmi per il 2019, questa è la strada che voglio percorrere. Ribelle per tutte le donne che si sentono appiccicare un’etichetta (a questo proposito, vai a vedere lo splendido lavoro che ha realizzato Laura Correggioli – dentro ci sono anche io!) e quella etichetta le limita, e non le libera.
Ribelle per tutte le donne che sono state schiacciate dai pregiudizio e dal razzismo: per le donne di colore, per le donne marocchine, per le donne africane, per le donne afroamericane, per le donne messicane, per le donne arabe, per le donne cinesi, per tutte le donne che sono discriminate perchè vengono da un paese straniero; per le donne senza figli, perchè non li hanno voluti, o perchè non li hanno potuti avere, per tutte le donne che si sentono dire “e voi? figli niente?” e per tutte le donne che un figlio non lo vogliono e non si sentono per nulla in colpa (e qui come non ricordare le Lunàdigas ed il loro progetto prezioso); ribelle per le donne che vogliono realizzare i loro sogni e credono che sia troppo tardi, o troppo presto, o che i loro sogni siano troppo; ribelle per le donne che si sono stancate di vestirsi in un certo modo, di parlare in un certo modo, di avere una relazione in un certo modo; ribelle come un Tarassaco o una Rosa, voglio permettermi le spine e il cemento senza dimenticare i semi e i desideri.
Ribelle per tutte le donne che non hanno potuto sedersi su un autobus, ribelle per tutte le donne che sono state bruciate su un rogo perchè conoscevano le erbe, ribelle per tutte le donne che hanno amato altre donne in epoche in cui era più difficile di adesso; ribelle per ricordarmi di guardare le cose sempre da un punto di vista diverso, per sapere che lo sguardo dell’Appeso è uno sguardo illuminato, per portare in me la saggezza della Sacerdotessa e la leggerezza del Matto.
Ribelle perchè voglio tracciare nuove strade, far crescere il mio lavoro nel modo che dico io, ascoltare le piante e farle parlare con le persone, realizzare spettacoli teatrali geniali con chi viene detto matto o disabile; perchè nella ribellione esiste l’atto creativo e artistico, perchè il processo è la parte più importante del risultato.
In questo momento storico così conforme, in cui è diffusa la paura del diverso, dello straniero, di chi non risponde a certe leggi sociali, io mi siedo dalla parte della minoranza. Io mi siedo proprio accanto agli scomodi, a chi si alza per dire la sua, a chi non si lascia spostare dal sentire o dal vedere comune.
RI – BELLE: belle due volte. Perchè quando sei nel pieno della tua natura, splendi di più.
If you don’t like something, change it. (Maya Angelou)
Se ti piacciono le ispirazioni visive, qui trovi la mia moodboard dedicata alla mia parola dell’anno 2019: BE REBEL!