La Belladonna inizia ad affascinarti sin dal suo nome: Atropa, come una delle Parche, le tre divinità che filano e tagliano il filo della vita – in particolare, rimanda ad Atropos, colei che taglia il filo; belladonna, perchè una delle sue azioni è quella di allargare la pupilla, facendo sembrare gli occhi più grandi, languidi, innamorati.
DOVE CRESCE
Atropa belladonna, famiglia delle Solanacee (si, è cugina del pomodoro e della melanzana), colei di cui mi sono innamorata per prima nel mio sentiero di studio e ricerca sulla piante velenose. La mia prima performance alla radio era tutta dedicata a lei: ombrosa, viola e rosa antico, dei frutti neri e lucidi. Cresce in luoghi ombrosi, sulle pendici montuose ma anche lungo i fiumi, in campagna, lungo le strade.
PRINCIPI ATTIVI E TOSSICITA’
La Belladonna è velenosa in ogni sua parte, in particolar modo i frutti. Ogni sua parte è, comunque, altamente tosica perchè contiene iosciamina, atropina e, nelle radici, scopolamina. La atropina, estratta dalla Belladonna, viene usata tutt’oggi in oculistica: serve a dilatare la pupilla – hai presente quando vai dall’oculista e ti mettono le goccioline per guardarti bene gli occhi? Ecco quella è una delle azioni della Belladonna. Viene usata in omeopatia, mentre in tutti gli altri casi è assolutamente vietata la sua ingestione, pena la morte.
COME LA RICONOSCO?
La Belladonna è una pianta perenne, cioè se la individui è molto probabilme che l’anno dopo la troverai lì: ha fusti eretti e radice rizomatosa, ovvero una radice simile alla patata (si, anche lei una Solanacea!). Da questo rizoma si formano grandi gemme violacee. Le foglie sono verde scuro, intere e ovali.
Da tutta la pianta, specie dalle foglie, è possibile sentire un odore non proprio gradevole, specie se viene stropicciata. I fiori sono campanule dalla corolla bruno violacea, all’interno giallo scuro, con venature rosso porpora. I frutti sono bacche nere lucide, simili alle ciliegie – ma velenosissimi – e maturano tra agosto e settembre.
LA VOCE DELLA PIANTA
La Belladonna ti mette in guardia dagli inganni delle relazioni: legata all’amore, ti ricorda che l’amore quando non è sano soffoca, toglie il respiro, rende immobili. Collego la sua capacità di immobilizzare la pupilla, ovvero la sua capacità midiriatica, a quello che a volte accade in una relazione: l’incapacità di mettere a fuoco, di osservare bene – spesso perchè non ci ascoltiamo, non siamo connesse ai nostri bisogni, alle nostre necessità, ai nostri desideri.
Belladonna è dunque una pianta che parla al cuore e al respiro: ti chiede se hai abbastaanza spazio vitale, nella tua relazione, oppure se senti che alcune parti di te sono soffocate, o non libere di esprimersi. Ti spinge ad indagare in te stessa con sincerità e sguardo attento. A non perderti nell’amore, a radicare la tua forza nel cuore.
IMPORTANTE: la pianta analizzata è velenosa e nnon deve essere ingerita in nessuna forma. Il rapporto con la pianta si intende solo a livello sottile, senza assumere nessuna parte della pianta o suoi derivati.
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